Per Elena

Voglio trovare un senso a questa sera,
anche se questa sera un senso non ce l’ha.
Voglio trovare un senso a questa vita,
anche se questa vita un senso non ce l’ha…
(V. Rossi)

Per tutto il giorno ho cercato delle risposte, per tutto il giorno ho cercato di dare un senso a quello che è accaduto.
La perdita improvvisa di persone care lascia sbigottimento ed un vuoto incolmabile.
Ho conosciuto Elena, la Guerriera della Luce mesi fa. Eravamo in contatto… non immaginavo nulla di ciò che è accaduto. E continuo a pensare che tutto è già scritto sulla nostra tabella di marcia.
Non volevo scrivere nulla, non volevo neppure aprire il blog. Mi fa effetto entrare nel suo, ma leggere ciò che ha lasciato è come sentirla parlare al telefono.
Qualcuno si ostina ancora a credere che le amicizie in rete siano una cosa virtuale. Il tam-tam che si è creato in questi giorni tra tutti i blogger sono il segno tangibile del contrario.
Addio cara e coraggiosa amica…

Che vipere!

La discrezione non le riguarda. L’altruismo per loro è roba da suore. Infide. Pericolose. Le trovi dappertutto, anche in città. solo che invece di strisciare zampettano sui tacchi. Offrono consigli, fingono di darti amicizia, ma appena volti le spalle, zac… colpiscono.
Con frasi, con sguardi. Se ingrassi un etto te lo fanno subito notare.
Frequentano tutte la scuola di Crudelia De Mon. Ma come di chi sto parlando? Ma su, sono quelle di cui Marco Masini, tempo fa, in una canzone ne ha tracciato un perfetto identikit… Bella stronza!
Donne dall’aspetto innocuo, ma dalla lingua biforcuta. Quelle che quando ti vedono nella tua nuova taglia, dopo giorni e giorni di insalate, yogurt e cereali, squadrandoti da capo a piedi: Eh, sì, quando si è’ giovani è facile perdere subito i chili di troppo, ma ad una certa età…
O quelle che buttando un’occhiata furtiva alla tua nuova borsa, o ad un nuovo completo, fingono di non notarli neppure e dicono che forse sarebbe meglio spendere in tempo per sè in una vacanza che invece spendere in vestiti.
Sembrano pagate apposta per crearti piccoli traumi!
O quelle che incontri all’uscita di un solarium (ma non lavora nessuna?), mentre tu torni a casa, dopo una giornata passata tra pratiche e telefono, afflosciata e sudata, biondissime e fresche di shampo. E più il colore della tua pelle sembra una mozzarella, più loro sembrano le azioniste di un’azienda di autoabbronzanti.
Quelle che, mentre sei nel camerino di un negozio a provare di fretta un costume da bagno per l’imminente e tanto agognata vacanza, sentenziano che è strano sia piccolo perchè è pure un modello che veste abbondante.
Roba da risponderle: “Bene, allora se lo tenga!”
Da certe “vipere” bisogna imparare a difendersi e, quando è necessario, ripagarle con la stessa moneta, parola di Mary!!

Destino

Più volte mi sono chiesta se la nostra vita, con tutti i suoi capitoli, belli e brutti, è già scritta al momento in cui nasciamo.
Se esiste per ciascuno di noi un destino, un qualcosa di già scritto.
Per esempio, se qualcuno nasce nel 1960, era già deciso cosa sarebbe accaduto nel 1970, quali sarebbero state le gioie o i dolori, le esperienze. E la nostra volontà non può cambiare proprio nulla di ciò che è scritto quando si nasce.
Quante volte sentiamo dire o diciamo: c’era troppo traffico, sono rimasta ferma due ore in autostrada, chi me l’ha fatto fare a partire, se avessi dato ascolto a mia madre che aveva ammonito di non muoversi con il traffico…
In realtà tu non puoi dare retta a tua madre perchè è già scritto che non le darai retta, che troverai traffico, che rimarrai bloccata per ore, che ti lamenterai, che farai le tue scelte.
E’ già stabilito chi nasce povero e resta povero, o chi invece diventa ricco; chi ha una vita più lunga e chi più corta; chi si sposerà una o due volte, chi non si sposerà mai, chi cambierà continuamente casa, chi non la cambierà mai.
Mi sono detta allora che è quindi inutile complicarsi la vita con frasi del tipo “se non avessi fatto cos'” o viceversa, “se avessi fatto così”.
Non è la nostra volontà che ci guida, ma un’altra volontà.
La volontà di chi?
La volontà di quel qualcosa di astratto che si chiama destino…

Miracoli dell’elettronica!

Ormai ho quasi rinunciato a capire come avviene e provo un enorme stupore di fronte ai milioni, ai miliardi di operazioni che possono essere immagazzinate in oggetti piccolissimi che, credo, si chiamino “chip”, operazioni che possono poi essere eseguite quando ci fanno comodo in un secondo.
A chi usa un computer ( e non da tantissimo) si presenta prima o poi un altro mistero. Infatti succede, per fortuna non troppo spesso, che i processi elettronici si inceppino.
Premi quel solito tasto, accarezzi il solito mouse (topolino?) e non accade nulla o accadono cose diverse da quelle che ti aspetti.
E allora, panico. Si chiede aiuto. Coloro che se ne intendono emettono immediatamente una sentenza: c’è un virus!
Quindi un guasto, penso io. Quando un meccanismo s’inceppa, sono abituata a parlare di guasti. Ma il giovane a cui si chiede aiuto e che è solito riparare queste macchine in quattro e quattr’otto, quando ti sente parlare ti lancia uno sguardo commiserevole, continuando ad armeggiare con la tastiera.
Ma cos’è un virus? Sembra che non siano guasti casuali, ma delle vere e proprie aggressioni che riescono a mettere fuori uso il tuo “miracolo”.
Ma non è che queste squadre di malintenzionati sono i riparatori stessi, riuniti in bande per procurarsi lavoro?
Ipotesi forse assurda. Ma allora chi sono?
Mah, nessuno è mai riuscito a spiegarmelo. Misteri dell’elettronica….

Ho scoperto chi ero in una vita passata…

Secondo la teoria della reincarnazione l’anima ricomparirebbe periodicamente sulla terra in una serie successiva di corpi.
Così affermano molte religioni e filosofie.
Da quella vedica in India alle credenze degli antichi egizi, dal buddismo alla visione della vita degli indiani d’America.
La vita presente sarebbe il risultato delle azioni compiute nelle esistenze passate e, a sua volta, determinerebbe la prossima reincarnazione.
Le varie vite, quindi, sono legate tra loro.
Così si spiegano attitudini innate che spesso sono capacità maturate in precedenza o simpatie istintive fra le persone che rappresenterebbero un vero e proprio riconoscersi.
Cercando il mio periodo di nascita, ho viaggiato nelle vite passate ed ho scoperto a quale epoca si riferisce la mia esistenza precedente.
Ero una donna vissuta poco prima della Grande Guerra.
Avevo un carattere proiettato verso il futuro, sognavo ad occhi aperti, portavo in me esigenze nuove e nuove visioni di vita.
Oggi permangono in me questi tratti. Ho imparato ad usare la mia energia creativa in settori per me ideali come la musica, la scrittura, la pittura…
Non ho scoperto però se anche quella donna diventava “pendolare” come me di questi tempi…. Chissà quale sarà la prossima reincarnazione?

Voglia di mare

Mai come in questi giorni desidero un po’ di vacanza. Sogno il mare, anche di notte. Quell’azzurra distesa d’acqua dove si perde lo sguardo.
Rosolarmi al sole, sdraiata, tuffarmi nella lettura sotto l’ombrellone e pensare che domani sarà un altro giorno nel “dolce far niente”.
Molti miei amici snobbano, fuggendo, la folla domenicale che si spiaccica sui lettini o sugli asciugamani.
Io la cerco.
Mi piace e mi diverte osservare la gente sulle spiagge, quelle vicino alla mia città.
Mi piace sentire le chiacchiere, le voci. Mi appassiona la folla multietnica: la biondona rifatta, la morona in topless, i bambini con i loro castelli di sabbia, i loro secchielli, i loro nonni che li rincorrono con una banana o un taglio di pizza nelle mani.
I “vu cumprà” con le loro tuniche multicolori, i loro braccialetti, le loro collanine.
Mi diverte e mi incuriosisce parlare con loro, sapere da dove vengono, se hanno mogli e bambini, se il loro peregrinare sotto il sole cocente, fra le varie località, avrà mai fine.
Mi diverte farmi massaggiare dalle cinesine per pochi euro.
Penso che ci sia molto da imparare, dalla gente e dal mondo reale.

Un piccolo consiglio

Trovo il tempo, anche durante queste giornate infernali, e soprattutto la sera, per dedicarmi alla lettura, cosa di cui non posso fare a meno insieme alla scrittura.
Per questo vorrei dare un consiglio (anche se l’esperienza mi dice che i consigli non sempre si seguono) a coloro che trascorrono tutte le sante sere, dopo aver cenato e prima di andare a letto, davanti a quella “scatola nera” chiamata televisore.
Si può provare (per i più incalliti), almeno una sera a settimana a lasciarlo spento e leggere qualche buon libro, per migliorare la mente.
Sarebbe un vero peccato lasciarli chiusi negli scaffali o tenerli in bella mostra. Perchè non tentare l’avventura per esplorare quello che c’è dentro?
La televisione si sa, a parte il livello dei programmi, è un mezzo di comunicazione che induce alla passività. Infatti, non per niente, chi la guarda spesso sonnecchia o si addormenta.
Il libro, invece, richiede ben altra attività cerebrale e sviluppa la fantasia, cosa che, ripeto ed ho sempre detto, manca soprattutto ai giovani d’oggi.
Capisco che l’esercizio (leggere, quindi pensare) sulle prime risulterà alquanto arduo, richiederà forza di volontà. sarebbe bene, quindi, deciderlo come proponimento: la scelta di una sera fissa a settimana.
Questo è dunque il mio piccolo consiglio.
Non mi faccio illusioni, ma se solo qualcuno provasse a farlo, ne sarei veramente orgogliosa!