Qualche giorno fa ho inviato un sms di auguri a mio cugino per il suo compleanno. Passano mesi che non ci si sente, ma quando abbiamo bisogno di sfogarci, o di ridere come facevamo da ragazzi, o di condividere emozioni, o di parlare di figli e di problemi connessi, eccoci pronti, telefono alla mano o mano alla tastiera.
Lui è la sorella che non ho mai avuto, quasi una gemella, dato che tra noi ci sono solo due mesi di differenza.
Volevo essere spiritosa. “Auguri! Benvenuto anche tu nel fantastico mondo degli anziani…”
“Grazie vecchia!” è stata la sua risposta. Forse voleva essere spiritoso anche lui, ma ripensando a quel “fantastico mondo”…
Ieri mattina, alla fermata dell’autobus che porta a Roma, ho visto una ragazza. Mini di jeans e iPod nelle orecchie.
Sedici anni, a occhio, forse meno. Avrei voluto essere lei. Lei con i suoi sogni ancora intatti. Soffitti altissimi sopra la sua testa, dove l’aria non è viziata e si respira a pieni polmoni. Un orizzonte che punta dritto verso l’infinito.
Nessuna ferita che fa ancora male. Nessuna cicatrice. Solo graffi leggeri, da accarezzare o dimenticare.
Una vita ancora tutta da scartare, come un regalo bello e inaspettato. Avrei voluto essere lei…
Ma lei per quanto ancora sarà questa cosa quì?