“Questa mattina la prima cosa che abbiamo fatto è stato affacciarsi alla finestra. Tempo molto variabile, quasi tendente a pioggia. Immagino lo stato d’animo di Roby. Meglio essere ottimisti…
Amira e Leyla si sono svegliate prestissimo, sentono nell’aria qualcosa di elettrizzante. Colazione e sistemazione (pura utopia…) casa. Difficile mantenere l’ordine con le quattro “unne” che scorrazzano tra casa e giardino, giardino e casa. Cerco di rimanere tranquilla, ma l’agitazione è tanta. In questi giorni la memoria fa cilecca, mi sembra di dimenticare sempre qualcosa. Sarà l’età o la stanchezza?
Il marito è già in movimento in giardino. Sistema i fiori, le coccarde, i tavoli nel patio per i parenti che arriveranno sicuramente prima della cerimonia, prepara dolcetti e caffè nei thermos, sembra tutto pronto.
Anche la stanza dove ci sarà la preparazione della sposa è in ordine. Il vestito appeso, il velo, le scarpe, la biancheria intima… Suonano, ed ecco arrivare anche il bouquet di roselline bianche. Lo colloco in alto, sulla libreria per non correre il rischio che Leyla o Carolina facciano trovare solo petali… Il tempo passa velocemente, è già mezzogiorno e le bimbe hanno fame.
Il sonnellino pomeridiano è prerogativa delle piccole, le due grandi non ne vogliono sapere. Minacciate da madri e nonna se ne vanno sconsolate a giocare in giardino.
– Il mio vestito è più bello… – sento dire dalla finestra.
– No, è più bello il mio! E io non gioco più con teeeee! – .
Si ricomincia con la solita tiritera. Caccio un urlo e non le sento più. Suonano alla porta. E’ l’estetista. Chiamo Roby che sta piangendo (per l’emozione, credo…) nella stanza con la sorella.
Comincia la preparazione. Ri-suonano alla porta. E’ la parrucchiera. E poi ancora il fioraio, e poi ancora il fotografo che ha sbagliato casa. Doveva andare prima dallo sposo, la sposa non è ancora pronta.
Tra ombretti, fard, ciprie, rimmel, matite, fon, spazzole, fiori mi siedo e guardo divertita questo bel teatrino, ma mentre la mia fantasia corre lontana, sento piangere una delle due piccole. Ormai è sveglia e, pronta con il ciuccio per non svegliare l’altra, scendo per la merenda.
– Mammaaaaa, vieni a truccarti! – chiama mia figlia. Sì, se avessi tempo. Calma, la calma è la virtù dei forti. Lo dico sempre alle mie figlie, ma oggi c’è poco da essere calmi.
Ri-suonano. E’ arrivata la macchina che accompagna la sposa in chiesa. Umberto, un amico di mia figlia, è già pronto. Gli mollo Leyla, mentre mio marito comincia la sua vestizione.
– Ma la cravatta, quella nuova dove l’hai messa? –
– Forse in frigorifero… – penso tra me e me, ma non rispondo. So da anni che, se non trova le sue cose, dice sempre che sono gli altri a cambiargli posto. Ma gli altri chi????
Riesco a truccarmi, a sistemare i capelli e, mentre l’altra figlia veste le sue bimbe, io ho il compito di preparare le altre due. Mi chiudo in bagno, doccia veloce, ma non riesco a fermare la piccola Carolina, un terremoto! Scappa di quà e di là, comincia a smontare il bidet, apre l’acqua ed è di nuovo tutta bagnata. Per fortuna non le ho ancora messo il vestito bianco per la cerimonia del battesimo. Due cerimonie al prezzo di una…
Non ce la posso fa, mi dico.
E dire che un tempo non molto lontano soffrivo di solitudine e di malinconia… Alla fine riesco nell’impresa e mollo tutte e due a degli zii che nel frattempo sono arrivati. Ma io riuscirò a vestirmi?
– Mammaaaa, sono pronta. Giulia non si è ancora vestita, mi aiuti tu ad infilare l’abito da sposa? –
– Sì, tesoro… – Calma, calma e sangue freddo. Intanto il marito è pronto, ha trovato la sua cravatta e con quel vestito è proprio il papà della sposa!
– Ma tu non sei ancora pronta? – mi dice. Calma, calma e sangue freddo.
Aiuto Roby ad infilare l’abito. La lampo non si chiude. Si è incastrata in un bottoncino… Lei comincia ad agitarsi e a sudare. Io pure. Calma, calma. Cerco gli occhiali e piano, piano riesco a risolvere il problema.
Poi si gira, la guardo ed è… bellissima! Come le sue bambine, come le altre due nipotine, nuvole bianche e nuvole blu, damigelle che porteranno lo strascico in chiesa. Altro che Pippa Middlenton! Ma… le “nuvole bianche” sono fuggite in giardino! Noooo, prendetele, si sporcheranno!
Adesso suona il fotografo, la sposa scende le scale ed è pronta per gli scatti. Il salone è devastato. Cuscini di quà, cuscini di là, mettiti così, mettiti colà. Una foto con il papà, una foto con le bambine, una foto con… ma la mamma dov’è?
La mamma è nella sua stanza da letto, chiusa a chiave, che cerca di vestirsi. Mi chiamano e non ho il coraggio di dire che non sono ancora pronta.
Sono le quattro. Don Antonio ci aspetta per le quattro e mezza. Puntuali, ha precisato perchè ci sarà un altro matrimonio. Sono pronta. Mi affaccio alla finestra. Nuvoloni grigi attraversano il cielo. Sposa bagnata, sposa fortunata, ma chi se la sente mia figlia che da una settimana sta seguendo le previsioni?
Scendo piano le scale per via del tacco 12. Foto di famiglia e, finalmente, la sposa esce con la sua “nuvola bianca”…
Nella fretta abbiamo dimenticato di togliere l’ombrellone! Nella fretta ho dimenticato di aggiungere o spostare un invitato nel tableau che, ormai, si trova già sistemato nella location. Al diavolo, mi dico, lo sistemerò sul posto.
Carolina, per fortuna, non si è sporcata. E’ in braccio al nonno, sorride e non riesce a capire il perchè di tanta confusione…
Le altre due bimbe, Amira e Leyla sono già partite con i genitori. Guardo mio marito e mi accorgo dei suoi occhi arrossati.
Arriviamo in chiesa, mentre si sente tuonare. E’ gremita di gente. Parenti della sposa da un lato, parenti dello sposo dall’altro, amici, paesani curiosi e lui, lo sposo, elegantissimo, che aspetta vicino alla mamma. Roby sottobraccio al papà fa la sua curiosa entrata. Ride, poi piange, poi ride, cammina lentamente come conviene ad ogni sposa, mentre le damigelle… litigano per chi deve prendere per prima lo strascico. Non è possibile! Cerco di rabbonirle, mentre l’organo comincia la marcia nuziale…
Le funzioni si svolgono senza intralci. A parte le fedi che non si sciolgono dal cuscinetto, a parte mio marito che, nel leggere la “Seconda lettura” si sbaglia e comincia a leggere anche il Vangelo con l’inevitabile shhhhhh! di Don Antonio, a parte le bimbe che per un po’ resistono alla predica e poi cominciano a spostarsi su e giù per la chiesa… Ma tutto è bene quel che finisce bene!
Gli sposi emozionati escono (dopo foto con genitori, fratelli, sorelle, figli, ecc..) ed una pioggia di riso e petali di rose li accoglie all’uscita.
Auguri, auguri, abbracci, baci… Gli sposi partono per le foto.
– Mamma – mi ricorda la sposa – hai preso tutto? Borsa chicco, latte, cambio bimbe? –
– Credo di sì – sussurro con un fil di voce. Forse Giulia ha pensato al cambio… Ma cosa ho dimenticato?
Nel frattempo comincia a piovigginare. Ci avviamo con le macchine, in fila indiana, perchè buona parte degli invitati, nonostante la partecipazione inviata, non conosce il posto dove si festeggerà l’evento.
Carolina si è addormentata nel seggiolino, Martina è in macchina con le cugine. Cellulare che squilla. La sposa. Ma non sta facendo le foto?
– Mamma, ti sei ricordata di caricare il passeggino? – Eccola la cosa che ho dimenticato, o abbiamo?
Si torna indietro, gli altri aspettano, sempre in fila indiana, davanti ad un distributore. Comincia a piovere.
Ma quando finirà la giornata?”
2 luglio 2011. Sembra un tempo lontanissimo…
Le “piccole donnine”, le quattro nipoti-pesti, sono cresciute velocemente, quasi senza che me ne accorgessi. Solo guardando le centinaia di foto riesco a sentire il profumo di “bimbo”… e provo tanta nostalgia…
La mie “bambine”, invece, sono diventate donne. Mogli e madri, nonostante abbiano deciso di esserlo forse un po’ troppo presto. Ma il valore della famiglia è troppo forte in loro!
Mi auto-convinco che, del resto, era quello che volevo, no?
Auguri Robertina, buon anniversario!