Incontri…

Sono a Livorno, nel suggestivo quartiere Venezia, con i suoi ponticelli, i suoi canali, le sue piazzette che ricordano l’atmosfera della Serenissima…

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Finalmente l’incontro! Nel Museo città di Livorno…

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Museo Città di Livorno

Questa città rende il giusto omaggio ad uno dei più straordinari e talentuosi pittori del ‘900, Amedeo Modigliani. Lui è tornato nella sua Livorno dove è nato e cresciuto e dove sviluppò la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico.

Avrebbe voluto tornare in quel lontano 1920, lo aveva detto agli amici pittori di Parigi, ma la vita lo ha lasciato troppo presto. A 100 anni dalla morte, però, è tornata la sua anima, i suoi colori ed i suoi capolavori.

Con emozione mi addentro lungo i corridoi del museo… pareti ricoperte di opere. Ritratti, nature morte, paesaggi di una Parigi di inizio secolo: la ville lumiere, la metropoli, il centro della modernità, già mercato d’arte  e polo d’attrazione per pittori e scultori che vengono da tutta Europa.

Utrillo, Soutine, Kisling, Valadon, Derain con le loro opere, i loro colori, le loro anime… quelli che allora facevano la fame e oggi valgono milioni, primo fra tutti proprio lui, Modì.

83895393_10218960768961842_1908027384318132224_nElvira con il colletto bianco

83028721_10218936304750252_9201109782545563648_nFillet en bleu

83038048_10218936305470270_1123866192583327744_nRitratto di Chaim Soutine

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Ragazza in abito giallo

Jeanne-Hébuterne

E poi Lei, la sua musa pittrice e  donna amata appassionatamente, Jeanne Hèbuterne. Moglie devota e silenziosa che non ha saputo resistere alla voglia di vivere, dopo la morte di Dedo.

Un amore consumato fino all’ultimo respiro, quello del pittore esalato all’ospedale Charité il 24 gennaio del 1920 e quello della donna che il giorno dopo si gettò dalla finestra di casa sua. Al vuoto di una vita senza Modì,  Jeanne preferì quello del quinto piano di rue Amyot.

La visita è finita. I miei occhi sono ancora pieni di colori, di ritratti, di paesaggi e l’emozione che sento mi accompagna lungo le strade di questa città che per la prima volta osservo con sguardi diversi…

Prima di partire ho fatto una promessa. Dopo tanti anni di parole scritte, anch’io ho voglia e, perchè no, curiosità di un incontro reale. Appuntamento alla Terrazza Mascagni.

83560506_10218960768601833_1980501272356192256_nLa vedo in lontananza e già so che è lei… Non sono sola, ma in quel momento è come se lo fossi… Una corsa, un abbraccio forte, un’emozione incredibile e tante parole, non quelle scritte, quelle reali, a voce, parole di coraggio, di conforto, di solidarietà, di amicizia.

Dopo tanti anni è bello non essere più anonimi!

Ti aspetto carissima, hai una “bevuta” da queste parti!

 

 

22 pensieri riguardo “Incontri…

  1. Che emozione Mary, leggere le tue parole !

    Rivedere la mostra di Modigliani con i tuoi occhi. Occhi di artista si potrebbe dire, perchè tu i suoi quadri li conosci pennellata su pennellata… e le tenere parole riservate per la povera Jeanne Hèbuterne, così innamorata del suo Amedeo che non esitò un attimo a seguirlo nella morte, nonostante fosse in cinta di nove mesi, arrivano dritte al cuore.

    Anche la nostra Venezia è più bella raccontata da te.

    Quando sono arrivata al momento del nostro incontro, gli occhi erano già lucidi… che bello è stato incontrarti, aver visto la dolcezza del tuo sorriso, aver ascoltato le tue parole affettuose! Finalmente Mary dopo tanti anni che ci leggiamo, ci siamo potute incontrare e abbracciare! Non dimenticherò questo giorno e sono grata a Modigliani che ti ha portato da me.

    Spero di poter venire un giorno a Roma, del resto sapendo che c’è una bevuta che mi aspetta… e che, me la lascio scappare ?? 😉

    Ti abbraccio carissima, forte forte, grazie per le belle parole che hai dedicato al nostro incontro. E un grazie speciale va alle tue amiche che mi hanno fatta sentire amica come loro. E grazie ai mariti che hanno avuto la pazienza di sopportare una persona a loro completamente estranea.

    Ti dispiace se copio incollo il tuo post e lo metto fra i miei file????

    Ciao carissima!!!! ❤

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  2. Grazie cara Vitty per le tue parole affettuose! Quando nel tuo ultimo post parli di “emozioni”, beh… ti confesso che in questi giorni non riesco a dimenticare quello che è accaduto nell’ultimo fine settimana.

    La mostra mi ha lasciato qualcosa di meraviglioso dentro e dire che ne ho viste nel corso degli anni! Ma c’è un che di magico in questo pittore, che seguo da anni, che mi prende l’anima ed è come se l’avessi conosciuto di persona.

    Ho osservato a lungo i suoi quadri, pennellate di estrema vitalità e profonda malinconia…

    Che meraviglia aver potuto vivere in quel periodo, cara Vitty, poter respirare quelll’arte, nata nel fermento parigino di Montmartre e Montparnasse, tra pittori fondatori della Ecole de Paris.

    L’anno scorso ho voluto dedicare a Modì, proprio in occasione del centenario dalla morte, una mia mostra personale con varie riproduzioni di suoi ritratti e proprio prendendo spunto da quei capolavori sto ora lavorando.

    Le mie amiche sono state molto contente del nostro incontro, ho parlato loro del blog (cosa che non sa quasi nessuno…) e mi hanno detto: Che bella cosa!! I mariti sono rimasti quasi meravigliati della tua gentilezza.

    Copia e incolla Vitty, non può che farmi piacere!

    Un abbraccione forte forte.

    P.S. Scusa se ho parlato ancora una volta della mostra, ma mi è rimasta veramente dentro, come del resto anche ai nostri amici…

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  3. Complimenti per questo passionale e dettagliatissimo post, Mary, ricco fra l’altro di immagini che lo completano e lo illuminano.

    In esso è riflessa la tua poliedrica attività, il tuo entusiasmo nell’affrontare tutto ciò che ti offre la vita. Come Vitty me lo conserverò in quanto è una carrellata di ardore e di freschezza . . . e l’incontro con Vitty è un appropriato corollario.

    Continua sempre così e sarai sempre a tiro e in corsa con i tempi che corrono corrono e corrono . . .

    L’importante è non soffermarsi sul loro irruento ed inconsulto galoppare – come è stato scritto di recente, “siamo in un’età dell’ansia, quindi se ci incontriamo con gli altri, anche frequentando le gallerie d’arte e le librerie, possiamo vincerla e con essa abbattere la solitudine” — e fare in modo che si abbia la fortuna che ci venga sempre detto da chi incontriamo . . .

    MANCO DI UN QUARTO D’ORA

    La vita non è “chiacchiere ‘e cafè”
    . . . sproloquio senza testa e senza coda,
    o vendita di fumo senza che
    ci sia quell’arrosto che inchioda,

    che evolvere ti fa sempre di più.
    Idee devi trasmettere se vuoi
    avere buone idee indietro. Tu
    solo in questo modo, insieme ai tuoi

    interlocutori, andrai avanti,
    e pure ad 80 anni, ecco, cresci,
    ricco diventi, non ci stanno santi,

    di alti pensieri, i quali come i pesci
    del buon Gesù . . . nta-tàn . . . si fanno tanti,
    e ad essere apprezzato ancor riesci.

    A non venir trattato con i piedi
    siccome cosa che guardi e non vedi

    ad una certa età è il solo scopo
    della tua vita, a non essere topo.

    Perdere i neuroni, eh sì, bloccare
    nessuno può, ma solo rallentare.

    Fallo deciso, dài, dammi retta:
    via “Ghigliottina” e “Vita in diretta”,

    via whatsapp e via telefonino,
    la vita afferra, non fare il bambino.

    Recita, leggi i classici, componi
    e le saette eviterai e i tuoni,

    dipingi se ne hai di talento,
    copia Modi’, omaggia quel talento,

    cucina, fai torte in quantità,
    iris, maritozzi e babà,

    e chi ti incontra ti dirà ancora,
    pur se è passato un anno da allora:
    “Non cambi tu, manco di un quarto d’ora!”

    (Cassandro)

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  4. Che sorpresa Cassandro averti quì!
    Ti ringrazio per i complimenti e la poesia che hai voluto riportare nel mio post, una poesia che proprio nell’avvicinarsi del mio compleanno, è in tema con il tempo che corre, corre, corre… ma non mi preoccupa neanche un po’!

    Tempo fa lessi un articolo in cui l’ex presidente dei geriatri italiani riferiva che gli over 55 (e passa…) oggi non possono più essere considerati l’esordio della vecchiaia, in quanto…

    “Perdere i neuroni, eh sì, bloccare
    nessuno può, ma solo rallentare…”

    Infatti donne e uomini maturi non vogliono più essere bollati come anziani. Da una recente indagine è emersa la fotografia di una nuova generazione che spazza via i vecchi stereotipi: i senior di oggi sono indipendenti, creativi e con una vita sociale molto attiva. Spesso connessi ad internet, spesso a pranzo con parenti ed amici e i nipotini da accudire, riescono comunque a trovare il tempo da dedicare alle loro passioni.

    “Recita, leggi i classici, componi
    e le saette eviterai e i tuoni,
    dipingi se hai talento,
    copia Modì, omaggia quel talento,
    cucina, fai torte in quantità
    iris, maritozzi e babà”

    Carissimo, ma queste parole sembra proprio che tu le abbia volute dedicare a me, o forse sbaglio?

    Grazie, caro amico, e grazie perchè mi sento onorata del fatto che tu, come la nostra amica Vitty, voglia conservare questo mio post scritto veramente con tanta passione!

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  5. E quando mai tu sbagli, Mary!

    Certo che le parole, volte a suggerire un comportamento costruttivo e valido:

    “Recita, leggi i classici, componi
    e le saette eviterai e i tuoni,

    dipingi se hai talento,
    copia Modì, omaggia quel talento,

    cucina, fai torte in quantità
    iris, maritozzi e babà”

    sono dedicate a te, per quel poco che ti conosco pur frequentando il tuo blog da qualche annetto! Basta scorrere i tuoi post, e tutto apparirà chiaro. Ecco perché sei come sei! Complimenti!

    Inoltre, pure da un altro fatto lo puoi dedurre; nella foga di elaborare quei versi ho ripetuto “talento” due volte, stilisticamente errato (salvo se si voglia accentuare un concetto). In verità il secondo “talento” deve essere modificato in “portento”.

    Chiedo scusa dell’inconveniente.

    E aggiungo, dato che siamo nel tema di quella mostra da te così bene esposta, (ma forse già lo saprai, essendo tu, Mary, sempre bene informata) che il dio denaro purtroppo entra in tutto per involgarire e sporcare la nostra vita: infatti è in corso una indagine della Corte dei Conti in quanto il Comune di Livorno avrebbe versato all’Istituto Restellini, l’ente che ha allestito e curato la mostra un compenso di 1 milione e 255 mila euro – esente da Iva – su un conto corrente di Dubai dove l’Istituto ha la residenza fiscale. (E il povero Modigliani moriva di fame!)

    E venendo al fatto che pure io cerco nel mio piccolo di stare ancora per un poco sulla breccia, pur non raggiungendo i tuoi risultati, ecco che sottopongo alla tua attenzione, il vero motivo per cui da tanti anni scrivo in versi: lo scopo è stato meno esaltante e nobile di quello di volere vincere il premio Nobel.

    Non lo dire a nessuno però, neppure a Sestolla che scrive sempre cose di tuo gradimento (che furbacchione!), così tu, per come hai promesso, tendi a raccogliere e catalogare le sue liriche (uso questa parola per prenderlo un poco in giro, dato che di lirica lui . . . beh, meglio non parlarne)

    Ed ecco la mia autobiografia poetante (sic)

    UTILITA’ DEGLI STUDI
    (Affabulazione)

    Lo so, so tante cose, lo so bene
    che la mia compagnia non dispiace,
    anzi, direi che tante volte avviene,
    specie con le donne, che vivace

    risulti, e saggio, e fonte di sapere
    — forse perché spessissimo son loro
    oltre il “così così” — e quindi avere
    la loro stima . . . e “l’altro” che adoro,

    In verità però nessuno sa
    che questo dire cose interessanti
    deriva dall’immensa quantità
    di studi che ho fatto, assai pesanti,

    solo perché dell’altro non avevo,
    e se le donne non le conquistavo
    con l’affabulazione rimanevo
    senza attrattive . . . un albero cavo!

    Di aver studiato mai mi son pentito:
    soltanto grazie a ciò io con il dito

    spesso ho toccato il ciel quando un invito
    dolcissimo ad avere son riuscito,

    spesso con contorno di proibito,
    da restare a volte anche basito,

    pur se di “studiorum” nutrito.

    Forse per ciò non sono un inibito,
    e manco, almen per ora, scimunito.

    Domani si vedrà . . . Ed or mi svito.

    (Cassandro)

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  6. Carissimo, leggendo il tuo come sempre gradito commento in risposta alla mia domanda precedente, non riuscivo a capire chi dei due amici poeti (Sergio o tu) scriveva…Che stranezza è questa? mi sono chiesta.

    Errori della piattaforma o… ma la tua precisazione poi è stata chiara. Comunque… misteri del web!

    Tornando al tema della mostra, purtroppo avevo letto la notizia del finanziamento sospetto alla società di Restellini che ha curato l’esposizione, notizia che, come dici, “sporca” ed “involgarisce” tutto, persino l’Arte e le sue manifestazioni. E il povero Modì si rivolterà nella tomba, se l’esito di questi accertamenti porteranno ad una triste realtà. Ormai si specula su tutto.|

    Ora però devo ringraziarti per avermi fatto scoprire con l'”autobiografia poetante” il vero motivo del tuo scrivere in versi (tranquillo, muta sono) e ti dirò… secondo me era l'”Altro” che avrebbe avuto da temere nella conquista delle varie “Lei”.

    L’affabulazione ha un suo fascino… motivo per cui…

    “Di aver studiato mai mi son pentito:
    soltanto grazie a ciò io con il dito

    spesso ho toccato il ciel quando un invito
    dolcissimo ad avere son riuscito,

    spesso con contorno di proibito…”

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  7. Sono d’accordo. Vedere poi dal vivo l’opera, rispetto a foto e riproduzioni dei cataloghi, è stato emozionante, soprattutto per i colori… Ciò non toglie che, nonostante la posa della fotografia, Jeanne era veramente una bella ragazza!

    Grazie per il tuo commento.

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  8. Carissima Mary, grazie per le gentili espressioni usate nei miei confronti e del giudizio positivo sulle “cose” che scrivo.

    Non è da tutti ricevere (nemmeno per un Sestolla, credo) un commento con “mi hai fatto scoprire con l’ ‘autobiografia poetante’ il vero motivo del tuo scrivere in versi (tranquillo, muta sono) e ti dirò… secondo me era l’ ‘Altro’ che avrebbe avuto da temere nella conquista delle varie ‘Lei’. L’affabulazione ha un suo fascino… motivo per cui… ecc. ecc.”

    E qui è giusto allora fare un’altra precisazione (sempre muta però tu!): quello che scrivo ed ho scritto deriva (ma penso che tu lo sappia perfettamente perché anche tu spesso ti cimenti a scrivere pregiati versi) dall’osservazione attenta di varie circostanze ambientali, di incontri più o meno interessanti e da eventuali considerazioni, verbali o cartolari (come questa tua, Mary: ancora grazie), che sono poi ovviamente la spina irritativa per inventare nuove situazioni.

    E allora facciamo in modo (se ci riesco) a fare ancora “temere l’Altro” (quanto mi è piaciuto questo inciso!) cercando di rispondere alla domanda ricorrente . . .

    PER CHI PIU’ SCRIVERO’?

    (Lui)
    — “Per chi più scriverò le mie canzoni
    quando più non avrò chi le leggeva
    e che mi dava mille occasioni
    per dire forte ciò che al cuor premeva?”

    (Lei)
    — “Ci sarà sempre, stanne pur sicuro,
    chi al mondo non vorrà sol cose vuote,
    chi quindi ascolterà il tuo canto puro:
    . . . le donne non son poi tanto idiote!

    Piuttosto spesso son qualcosa in più,
    chè girano per via certe furbette
    . . . dolci . . . gentili . . . aeree, che tu
    se cadi in mano lor . . . ti fanno a fette!

    Queste te le terrò sempre lontane
    — fin che potrò — chè anch’io ho furberia . . .
    ma quelle che non aman cose vane,
    dolcissimo, sii tu a mandarle via

    . . . o meglio a non farti irretire:
    di più non posso né ti voglio dire.

    Sappi comunque che lèggere ancora
    le tue canzoni vuol questa Signora”.

    (Cassandro)

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    1. Quanto mi piace questa Lei e quante dolci parole rivolge innamorata al suo Lui. Ti confesso che mi piace sempre di più!

      Assolutamente nulla da temere, caro Cassandro… e Lui… no, non c’è proprio confronto con l’Altro! Addirittura poi scrivere canzoni, ti si riempie il cuore d’amore.

      Anche a me piace scrivere versi, più che altro sonetti in dialetto e tutto nasce proprio dall’osservazione di comportamenti e circostanze varie che si manifestano nei soggetti a cui mi piace dedicare le composizioni.
      A volte divertenti, a volte nostalgiche, a volte in occasione di ricorrenze. Mi piace donare a parenti ed amici qualcosa di mio, come faccio per esempio con i quadri.

      Grazie caro amico di queste tue confessioni (sempre muta sono…) e…

      “Sappi comunque che lèggere ancora
      le tue canzoni vuol questa Signora”.

      Un grosso abbraccio!

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  9. Carissimi Mary e Cassandro e pure Sergio se ci leggerà, volevo esprimere il mio dispiacere sul trabagai, l’ennesimo, fatto a danni e in nome di Modigliani! Certo Livorno , chi si occupa di queste cose, non ci fa una gran bella figura!!!
    Doveva essere una celebrazione di Amedeo Modigliani da parte della città che gli ha dato i natali, e invece questa
    mostra rischia di finire in tribunale: secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, infatti, la Corte dei Conti di Firenze ha aperto un fascicolo sulla mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse“, uno degli eventi organizzati dalla città per il centenario della morte del pittore.

    L’inchiesta, aperta dai magistrati contabili, si concentra sul contratto stipulato con l’ ente che ha allestito e curato l’evento. Il Comune di Livorno avrebbe versato un compenso di 1 milione e 255 mila euro – esente da Iva – su un conto corrente di Dubai, noto paradiso fiscale, dove l’Istituto ha la residenza fiscale. Ora indagherà la Guardia di Finanaza di Livorno, per capire effettivamente cosa ci sia sotto….

    Ma questo ovviamente ha gettato un’ombra sulla riuscita di questa mostra tanto attesa .

    E prima l’abbiamo fatto scappare il nostro Amedeo, poi c’è stata la beffa delle teste scolpite e gettate nei fossi da tre giovani livornesi.I quali per dimostrare quanto fossero brutte e semplici da fare queste sculture , e dato che proprio in quei giorni le stavano cercando nei fossi medicei, perchè alcuni critici livornesi dicevano che in un gesto di rabbia le aveva scolpite e gettate poprio il Modigliani, questi tre ragazzi decisero di farglieli trovare quelle benedette teste. Il ritrovamento mandò tutti in estasi… a nessuno venne il sospetto che non fossero vere. Fior fiore di critici le esaminò e attestò la loro autenticità. La notizia si sparse nel mondo… questi ragazzi si spaventarono della piega che aveva preso quello che scherzo , così decisero di uscire allo scoperto ammettendo pubblicamente la beffa. Ma tanta era la voglia di crederle vere, che nessuno credette alle loro parole. Dovettero dimostrare in diretta televisiva che non avevano mentito, scolpendo di fronte a tutti altre teste come quelle attribuite a Modigliani. E finalmente accettarono quella realtà. Però la terribile figura dei critici che ne avevano attestato l’autenticità, fu totale. Uno scorno incredibile. Questo accadde nei primi anni 80. Da allora nessuno ebbe più il coraggio di affrontare l’argomento Amedeo Modigliani.

    E’ stato grazie alla città di Pisa, che ha allestito la mostra prima di noi, se il nostro comune si è deciso a celebrare il suo concittadino. Ora sta’ cercando di posticiparne la chiusura per poter superare il numero dei visitatori rispetto a quelli di Pisa.

    Ah, potenza della rivalità fra le due città!!!!

    Comunque a parte ciò, sono orgogliosa che abbia richiamato tanti visitatori e che il grande pittore sia stato celebrato e rivalutato anche dalla sua città.

    Caro Cassandro credo non dovrai mai chiederti ” Per chi più scriverò? ”

    perchè, e qua Mary mi darà ragione, posso subito risponderti come la Lei dei tuoi versi :

    ” — “Ci sarà sempre, stanne pur sicuro,
    chi al mondo non vorrà sol cose vuote,
    chi quindi ascolterà il tuo canto puro:
    . . . le donne non son poi tanto idiote! ”

    Grazie carissimi per la serata trascorsa con voi. Vi lascio un bacio e un abbraccio, ciao!!!! ❤ ❤ ❤

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  10. Cara Vitty, come dicevo a Cassandro, anche nell’Arte c’è del marcio! Sono rimasta molto dispiaciuta della notizia che avevo appreso dai giornali, non volevo credere che anche nell’organizzare una mostra, ci fosse del malaffare.

    Ma ormai non dobbiamo meravigliarci più di niente, purtroppo…

    Certo, come tu scrivi, Livorno non ci fa una bella figura, in questo caso l’Amministrazione comunale, e se dovesse uscire fuori che veramente qualcosa è andato storto, mi dispiacerebbe per il povero Modì che già all’epoca delle famose “teste” (ricordo benissimo la notizia) fu ricordato in modo sgradevole.

    Non ho mai capito la rivalità tra la città di Livorno e di Pisa (infatti, durante la mia visita, ho letto varie scritte irripetibili contro Livorno da parte di Pisa), ma poi, potenza di internet e wikipedia, ho saputo di questa rivalità molto antica dovuta alla costruzione da parte dei Medici del porto che, invece, volevano i pisani. Non sono serviti tanti secoli per addolcire gli abitanti?

    Ti abbraccio carissima forte forte!

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  11. Anche se sempre “muta” stai, Mary (ma sarà vero?), ed il dialogo intercorre riservatamente soltanto inter nos (chissà come sarà invidioso il Sergio!), devo aggiungere che l’avere tu chiuso la tua risposta con i due endecasillabi finali, ‘facendoli graditamente tuoi’,

    “Sappi comunque che lèggere ancora
    le tue canzoni vuol questa Signora”.

    mi ha ulteriormente gratificato, per cui qualcosa che riflette il mio canto, te la invio , anche se credo di avertela già comunicata quando scrivevi su Tiscali, forte dell’adagio “repetita iuvant”.

    L’ALTRA META’ DEL CIELO

    (Lui)
    — “Le donne le ho cantate in tutti i modi:
    nella bellezza del primo mattino,
    nella maturità dai mille nodi,
    nel meriggiare quieto o libertino.

    Ne ho descritto spesso i sentimenti,
    dai balzi dell’amore adolescente
    agli impeti audaci e prepotenti
    di donna seducente e consenziente.

    Perchè l’ho fatto se nessuna cosa
    ho mai avuto in cambio? Non so . . .
    Potrebbe esser l’uguale della rosa

    che alla donna si offre dopo un po’
    che è stata accanto a te, amante o sposa,
    collega, amica, conoscente . . . boh!

    Per me son state il cielo in verità,
    ma tutto tutto, e no l’altra metà”.

    (Lei)
    — “Io non li ho invece immortalati
    gli uomini col canto . . . io non so
    scrivere versi come te . . . perciò
    più che cantati io li ho . . . incantati.

    Così, ragazza a giovani ragazzi
    la mia adolescenza ho dato a loro:
    in coppia sono stata, sia nel coro,
    sia negli androni bui dei palazzi.

    Poi grande coi più grandi sono stata,
    cantandoli ma no con le terzine,
    a modo mio . . . con bocca trasognata

    e al misticismo certo non incline.
    Innamorata, sempre innamorata
    di amori che ignoravano il confine.

    Il ciel tutto alle donne? . . . No, metà! . . .
    Per me l’altra è agli uomini che va”.

    (Cassandro)

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  12. Hai fatto benissimo Cassandro a propormi di nuovo (evviva il repetita iuvant!) il tuo canto, anche perchè visto il tempo che corre… corre… l’avevo dimenticato!

    Per farmi perdonare, questi versi, insieme a tantissimi altri, faranno anche loro parte della raccolta di poesie dei Poeti del blog, insieme a quelle di Sergio, il quale, forse dispiaciuto per questo dialogo “inter nos” non si fa sentire da un po’… Ti posso assicurare che io muta sono stata!

    Tornando al canto, i versi di questo meraviglioso Lui escono prepotenti dal cuore…

    “Le donne le ho cantate in tutti i modi:
    nella bellezza del primo mattino,
    nella maturità dai mille nodi,
    nel meriggiare quieto o libertino…”

    e paragonare le donne a tutto il cielo ci gratifica enormemente.

    Però mi trovo d’accordo anche con questa Lei, innamorata dell’amore, che pur non sapendo cantare o scrivere versi come il suo Lui…

    “Il ciel tutto alle donne? . . . No, metà! . . .
    Per me l’altra è agli uomini che va”.

    Ed ha perfettamente ragione!

    Ciao carissimo!

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  13. Grazie, Mary, per avere tu deciso (tu non hai mai bisogno da farti perdonare alcunchè!) di raccogliere anche le composizioni che via via ho inserite nel tuo blog in questo squarcio di anni — durante i quali il tempo si è divertito a “correre e correre”, aggiungerei “inesorabile” – insieme a quelle del già privilegiato Sergio, un po’ scontrosetto, il quale –- hai indovinato, ma non era difficile — istericamente “dispiaciuto per questo dialogo ‘inter nos’ non si fa sentire da un po’… (Bene,bene!)

    Sì, lo so che tu, fedele alle consegne, “muta” sei stata, ma lui intrigantemente legge pure ciò che non dovrebbe (ah, quanta pazienza ci vuole!)

    Comunque, sempre ‘grazie’, e qualora tu riuscissi in questa temeraria impresa (dove mai troverai, da buona nonna volante, il tempo di fare ciò? . . . io proprio non riesco ad immaginarlo) potresti fare precedere il tutto che mi riguarderebbe da questa premessa illustrativa.

    PREMESSA A TUTTE
    LE MIE POESIE
    (La vita défilè)

    Confesso, quando scrivo io non sono
    sempre me stesso, sempre con l’età
    che ho, ma ogni volta mi abbandono
    nel personaggio che parla o fa

    cose che non direi o che farei
    se fossi quel che sono nella vita.
    Così, mi faccio giovane se lei
    di cui parlo ha vent’anni e invita

    ad averne altrettanti, oppur maturo
    assai più di quel che sono se
    di chi sta in pensione e del suo duro

    campare tratto. Questo sol perché
    confondere il passato col futuro
    rende la vita mia un défilé,

    se non di moda di situazioni,
    od una passarella di emozioni,

    sempre cangianti sia per tentazioni,

    sia spesso per amare conclusioni.
    Però le vivo tutte le occasioni,

    le faccio mie, per cui posso asserire,
    che godo, tremo e sogno a non finire

    . . . e che ritardo un po’ anche a morire.

    Così, quando dovrò dal mondo uscire
    e in Cielo presentarmi a stordire

    riuscirò San Pietro oltre ogni dire

    (anche perché, con eleganza e stile,
    a volte assumo parti al femminile).

    (Cassandro)

    Ah, una domanda indiscreta: ma Sergio, cara Mary, ti ha mai ringraziato o collaborato — sia pure con una premessa liscia liscia — in questo tuo immane compito? Penso che anche lui ne avrà inserito nel tuo blog qualche centinaio, pur se non sempre dilettevoli, anche se tu, per la gentilezza che ti contraddistingue, tali gli hai detto che fossero! Ciao.

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  14. Che simpatiche queste schermaglie fra di Voi, caro Cassandro! Mi divertono sempre molto, soprattutto di questi tempi in cui l’ansia e la paura per questo strano fantasma che aleggia su di noi la fanno da padrone…

    Certo mi dispiace per l’amico Sergio (lui continua a non farsi sentire…) che mal sopporta questo nostro dialogo “inter nos”, però… se avesse voglia e non fosse così tanto offeso, sarebbe graditissimo un suo intervento!

    La domanda che mi poni non è affatto indiscreta. Sergio mi ringraziò in un suo commento, riferendomi di sentirsi onorato di questa raccolta di sue poesie che… ahimè, piano, piano cercherò di portare a termine insieme alle tue, nonostante il mio girovagare di nonna e le molteplici attività.

    Ti ringrazio carissimo della “premessa” che farà certamente da “incipit” alla raccolta, ma ti ringrazio soprattutto perchè le tue rime svelano sempre di più l’animo gentile, delicato e, perchè no, anche misterioso del Signor Cassandro

    …”Però le vivo tutte le occasioni,

    le faccio mie, per cui posso asserire,
    che godo, tremo e sogno a non finire

    . . . e che ritardo un po’ anche a morire”.

    Ciao e… a presto!

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    1. La Toscana, insieme all’Umbria, è una delle regioni che ho visitato tantissimo perchè mi piace molto. Conosco tutte le sue provincie che ho visitato nel corso degli anni e nelle quali sono stata più e più volte.

      Dalle montagne, alle colline, fino al mare è tutto ossigeno per gli occhi…

      Ciao caro e grazie delle visita!

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  15. A riprova del fatto che non sono offeso (e perché mai, Mary?) e che se ho poco commentato è perché ho preferito lasciare spazio a Cassandro di conversare gioiosamente inter vos (tanto lui è innocuo), eccomi, per integrare le tue approfondite conoscenze su Modigliani, con una considerazione che ho rilevato ieri dal Messaggero, e che, se non la conosci, ritengo che sia valida per te, pur se sei passata ad altro post.

    “Era ammalato fin da ragazzino – dice chi ha avuto accesso agli archivi Modigliani – il suo comportamento e la sua propensione agli eccessi, che poi hanno determinato la sua fama di maledetto, nascevano proprio dalla malattia e dal desiderio di mascherarla per essere considerato sano”.

    Mi fa piacere averla letta perché conferma una mia vecchia considerazione che la produzione di qualunque artista (Modì, Raffaello, Michelangelo, Bach, Mozart, Leopardi, Foscolo, Chopin, ecc.), non può mai essere valutata asetticamente, a prescindere cioè dal suo vissuto e da una approfondita conoscenza del pensiero dominante in quel momento.

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    1. Carissimo, sono contenta della tua visita e del fatto che non ti sei sentito offeso dei dialoghi “inter nos” scambiati con l’amico Cassandro!

      Scherzi a parte, conoscevo già la malattia di Modì contratta fin da bambino. Una febbre tifoide ed una grave forma di tubercolosi minarono tutta la sua breve esistenza. E proprio per mascherare questa sua invalidità, alcol e droghe varie furono necessari anestetici anche per lenire i dolori del corpo e dell’anima…

      Concordo quindi con la tua considerazione: dalle sue opere, come da quelle di moltissimi artisti, emana sempre il “vissuto” dell’autore.

      Grazie come sempre per questa tua notizia. Un affettuoso abbraccio!

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