Meritato riposo…

Le vacanze non preventivate da mesi sono la cosa migliore. Detto, fatto, domani si parte per la terra dei “pupi”, l’isola della quale ho un ricordo assai vago di molti anni fa.

Ci aspettano gli amici di sempre.  Gli amici di canzoni, di cene, di risate, di vacanze. Non ci andava di dire di no anche questa volta e, sinceramente, dopo un anno così pesante e problematico, credo di meritare un po’ di sano riposo, anche se per soli sette giorni.

Quindi… arrivederci nipoti e nipotine con poppate, colichette, pannolini, bagnetti… Arrivederci figlie, generi, viaggi internazionali e nazionali, suocera invalida, badanti, infermiere, fisioterapisti, dottori, turni domenicali e chi più ne ha più ne metta!

Buone vacanze amici bloggaroli !

Una spiaggia della località (Letojanni)

 

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15 pensieri riguardo “Meritato riposo…

  1. @ Ariela, quest’anno non mi sono sembrate vacanze… ma la Sicilia vale veramente la pena visitarla. Per il mare, per il cibo (mamma mia quanto si mangia!!), e soprattutto per l’ospitalità delle persone.

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  2. CASSANDRO

    A quanto leggo hai passato alcuni giorni di vacanza nella località dove in genere villeggio io in estate.

    Forse quest’anno ci andrò a ottobre, quando c’è un poco più di calma e Letojanni assume una dimensione più umana (della serie “Il periodo migliore per visitare un posto è sempre un po’ prima e immediatamente dopo quello che abbiamo scelto”)

    Comunque, se ti va, Mary, ti invio un mio scritto di qualche anno fa a ricordo della tua vacanza nella mia isola (gli ultimi versi ripetono il lamento della fanciulla che ha visto l’innamorato, Janni — corruzione dialettale di Giovanni — perdersi fra i flutti del fiume Leto: da qui il nome di Letojanni).

    IN__UN__BAR__DI__LETOJANNI

    Io vengo in questo bar solo per te
    — che più che bella sei cattivante —
    che porti le granite ed i caffè
    ai tavolini di Piazza Durante.

    Piccoli occhiali hai, da studentessa,
    sopra un visetto attento, al “non ci sto
    se non lo voglio io”, assai ben messa
    per seno, gambe, fianchi e . . . retrò.

    Con garbo e levità porgi i gelati,
    l’acqua ghiacciata, i tovagliolini,
    ai tuoi clienti ben bene accaldati

    in questa Letojanni, che ha giardini
    pieni di aranci e fiori profumati,
    siccome te che sai di gelsomini.

    “Che vuooool…?” — farfugli un po’ con l’erre moscia —
    ed io, guardando te . . . “una brioscia”

    . . . e torni indietro, in pantaloni neri…
    camicia bianca . . . con passi leggeri.

    “Oh Leto, Leto… m’hai rubato Janni”
    ma m’hai portato questa di vent’anni!

    (Cassandro)

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  3. @ Cosa mi hai ricordato Cassandro con i tuoi versi… la “brioscia” ripiena di gelato! Ma sai che non avevo mai avuto il piacere di mangiarla? All’inizio mi sembrava cosa strana, ma poi… pancia mia fatti capanna. Ah, le buonissime granite… Ad ottobre deve essere meraviglioso passeggiare sul lungomare di Letojanni, sicuramente tutto un altro aspetto, altri profumi, altra tranquillità… e non il caos ferragostiano che abbiamo trovato. Ma è stato ugualmente bello.
    E così è il tuo luogo di villeggiatura. Chissà, forse abbiamo anche degli amici in comune, visto che il paese è piccolo e si conoscono tutti. Don Pippo, don Mario, don Melo, don Saro…
    Quello che mi ha lasciato a bocca aperta è stata la meravigliosa Taormina, cittadina decantata da poeti ed artisti. La sua conformazione la fa somigliare proprio ad una terrazza sul mare, dove spicca prepotente l’Etna.
    Una settimana per visitare quei luoghi è stata proprio breve, ma, chissà se il prossimo anno ci sarà occasione per una permanenza più lunga…
    Grazie dei versi, ma credo sia accaduto un piccolo incidente… manca qualcosa?
    Ciao Cass e a presto rileggerti.

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  4. Hai ragione, Mary! Manca il penultimo verso che è scomparso avendo sostituito alle virgolette due segni di dattilografia non accettati su internet Anche il mio discorso sul nome Letojanni deve essere riuscito poco chiaro: poteva al limite sembrare che quella camerierina mi avesse servito un “brioscia” (in siciliano si pronuncia con la “o” larghissima e no “briosch”),
    vecchia di vent’anni, mentre in risposta al “Che vuooool…?” si alludeva a lei, dolce come una “brioscia” (tale termine si usa per indicare una bella ragazza, come l’altro più diffuso nel catanese di “Norma” o “Babà”).

    Comunque gli ultimi due versi sono (e se puoi inseriscilo tu il primo nella composizione, Mary) i seguenti:

    “O Leto, Leto . . . m’hai rubato Janni”,
    ma m’hai portato questa di vent’anni!

    Ora infatti il “questa” si capisce a chi si riferisca.

    Non ho riletto la poesia pubblicata e quindi non ho potuto notare l’errore. La prossima volta sarò più attento.

    Come ti avevo scritto, col penultimo verso mancante riprendevo il ritornello della canzoncina popolare che narrava l’amore della giovanetta per il cavaliere Janni, perito fra le onde del torrente Leto (qualche altra versione identifica Janni con il cavallo della ragazza, ma io preferisco la lectio più romantica).

    Buon rientro a Roma (ma per quanto?).

    P. S. Per farmi perdonare l’errore commesso ti invio un’altra composizione ispiratami sulla affollata spiaggia di Letojanni dal modo di fare di una bella bagnante che qualche anno fa richiamò (e ci voleva poco) la mia attenzione . . . poetica, con ul richiamo all’arte statuaria greca di cui è imbevuta la zona.

    C E N T I M E T R I N O

    Ma s’è al limite quel costumino!!!!!!
    Cosa ci tiri ogni momento su
    ponendo le tue dita nel bordino:
    più in alto non ci può andare più.

    E se ci andasse non sarebbe mai
    più di un centimetrino, oppure meno.
    Non c’è più stoffa . . . il tuo sforzo, sai,
    ben lo comprendo tutto quanto in pieno.

    Infatti, è come il gesto ben studiato
    che nelle statue greche sempre sta,
    dove Venere copre il delicato

    seno con le mani, che anche “là”
    mette davanti, e quindi è richiamato
    lo sguardo in quel centro di bontà.

    Lo stesso val quando si copre “giù”
    se vuol che proprio lì riguardi tu.

    Continua tu perciò a farlo quel gesto
    che io penso a pensare a tutto il resto,

    in questa Letojanni assolata,
    dal cui mare sembri uscita, fata!

    (Cassandro)

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  5. Ormai sei tornata dalle tue ferie, ricca di ricordi , di energia e di romantici paesaggi. Cassandro non ha mancato di offrirci il poetico quadretto di Letojanni (aihmèh, povero Janni). Mi confermate quella dolcezza del paesaggio e ospitalità della gente del posto che per miei impegni( trascuratezza)da tempo non ho più ricambiato con chi – in quanto mio Compare – mi raccontava degli agrumeti di Giardini /Letojanni, suo paese di provenienza. Buona ripresa con famiglia e nipotine!

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  6. mah… devo ancora capirlo come fa cassandro a metter giù così versi.. come se niente fosse. complimenti.. anche se da una che non arriva più in là di “ti amo e ti adoro come la salsa del pomodoro” non son gran cosa.

    come sono andate le vacanze? bella spiaggia nell’immagine, “provoca” grigliate serali con gli amici.
    abbraccio

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  7. Mai sottovalutarsi, Ivy (fra l’altro non credo proprio che tu sia tipo da sottovalutarti, o che non arriva oltre i versi della “salsa del pomodoro”).

    E’ tutta questione di metodo: per elaborare una composizione basta avere una frase,
    esempio la tua “ti amo e ti adoro come la salsa del pomodoro”

    (e Mary ne avrà mangiata tanta a Letojanni sparsa sopra un piatto di spaghetti n. 5, coperti di strisce di melanzane fritte a loro volta spolverate da una abbondante grattatina di ricotta salata)

    e mettere sopra e sotto di questa frase dei versi giù e dei versi su (e, ovviamente un po’ di sentimento)

    Che faccio, per darne una prova rubo un poco di spazio all’amica Mary? . . . mi perdonerà? . . . intercederai tu per me, Ivy?

    PER ME TU SEI

    Te lo voglio proprio dir . . . così . . . d’amblè
    — e tu non reagire, resta zitto —
    per me tu sei, ecco qui, un Re,
    bello, elegante, come quercia ritto.

    E sei Re non solo per l’aspetto,
    ma in quanto che la tua testa risplende
    di belle idee, uniche . . . l’ammetto:
    per quello che lì tieni, e che poi scende

    in me, io t’amo . Non dico t’adoro
    solo perché tu mi risponderesti
    “come la pasta, eh sì, col pomodoro”,
    ridendo e ripetendo tosto i gesti

    che fanno in proposito i ragazzi,
    anche perché ragazzo ancora sei,
    per fantasia continua e a sprazzi,
    pure se gli anni tuoi e quelli miei

    messi insieme sono . . . Una follia
    sarebbe il dirlo, ma che me ne importa,
    continua ad andare per la via
    e con me dividi poi la tua torta

    di bella esperienza infarcita,
    la quale ti fa stare regalmente
    sopra tutto e tutti e la vita
    affrontare assai tranquillamente.

    Un palcoscenico è per te la strada . . .
    ne osservi e studi i suoi protagonisti
    dal tuo palco reale mentre a bada
    tieni sia le veline che i tronisti,

    e niente ti scoraggia. O Re, resisti,
    e a dominare il mondo, forza, insisti!

    E me proteggi, affinché non cada,
    con le tue parole e la tua spada.

    (Cassandro)

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  8. @ Giovanni bentornato! Vacanze brevi le mie quest’anno, ma giorni intensi, assolati, profumati in una Sicilia così ospitale e diversa da come la ricordavo…
    Il profumo degli agrumeti che circondano la zona l’ho portato con me…
    Grazie al caro amico Cassandro abbiamo conosciuto il significato leggendario di Letojanni!

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  9. @ Ivy, leggo che anche tu hai avuto il piacere di conoscere il “Poeta del Blog” Cassandro! Gentiluomo di altri tempi…
    Ti chiedi come faccia a comporre così, su due piedi, delle poesie con versi tanto delicati, a volte ironici, a volte divertenti, a volte romantici?
    Me lo chiedo anch’io. A lui basta un incipit, una frase, un avvenimento ed ecco che dalla sua penna (pardon, tastiera) escono rime che ci regala come solo un amico carissimo può fare. La poesia è cura dell’anima Ivy…
    Vacanze cortissime, purtroppo, ma va bene così.
    Abbraccio

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  10. @ Cassandro caro, tutto lo spazio che vuoi! Lo sai che i tuoi interventi, specialmente quelli in rima, sono sempre graditi.
    La frase dell’amica Ivy, “ti amo, ti adoro, come la pappa col pomodoro” ti ha ispirato una poesia piena d’amore per un Lui che, nonostante il trascorrere degli anni, è sempre un Re agli occhi della Lei innamorata.
    Un Re non solo bello nell’aspetto, ma soprattutto nella mente e nella volontà di continuare a dominare il mondo nonostante i problemi e le avversità che la vita ci fa trovare per la strada.
    Ah, quanti pochi Re sono rimasti, caro Cassandro… Al giorno d’oggi non esiste più nessuno che è pronto a prendersi cura “nel bene e nel male” della propria Lei. Troppi matrimoni hanno la durata di un attimo e l’amore sembra sparito da questo mondo!
    Meglio assoporare il ricordo di quegli spaghetti n. 5. Credo si chiamino alla “Norma”, o sbaglio? Per il momento solo un ricordo… dieta ferrea.
    Ciao carissimo

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