Noi siamo altro.

Ho avuto un padre-padrone che parlava poco, quasi niente, poco affettuoso, non ricordo mi abbia mai baciato, distante anni luce dalle mie emozioni e poco presente nei miei successi.
Bastava un suo sguardo, un suo quotidiano divieto per farlo allontanare da me e non sempre meritavo tutto questo. E oggi, a distanza di anni e dopo la sua morte, non riesco ancora a perdonare quegli sguardi e quelle urlate ingiuste.
E’ difficile fare pace con il passato.
Mi dico che avrei dovuto comprenderlo e riavvicinarmi a lui mentre era ancora in vita. L’ho fatto, ma poi è stato peggio. Se non mi avesse scaricato addosso le sue delusioni, oggi non mi ritroverei a tornare al mio insicuro passato. Non riesco a superarlo.
Dovrei portare fuori dalla mente ogni giudizio e pensare che qualsiasi padre io abbia avuto quello è stato. Non dovrei stare a distinguere tra atteggiamenti giusti o sbagliati. Sicuramente erano sbagliati e chi li ha manifestati contro di me li ha subiti a sua volta e li ha ripetuti.
Ed il continuo pensare al passato spesso frena la capacità di vivere nel presente.
Un grande saggio indiano diceva che noi non siamo quelli che abbiamo in mente, siamo altro.
Allora perchè non spostare Mary fuori da quei ricordi?